Nuovi percorsi di studio e ricerca per la (giovane) dottrina giuslavorista
Le misure di contrasto e contenimento del Covid-19 nei luoghi di lavoro hanno riacceso i riflettori su quelle forme di lavoro da remoto che ancora stentavano a decollare nel nostro Paese. L’andamento di tale sperimentazione forzata – che ha interessato contesti aziendali maturi, ma anche organizzazioni impreparate al cambiamento nonché, in maniera controversa e decisiva, la pubblica amministrazione – ha posto in luce effetti positivi e criticità. Benché quella adottata nei mesi dell’emergenza pandemica sia una modalità di lavoro da remoto ben distante dalle caratteristiche proprie del lavoro agile (da ciò l’esigenza di intervenire con una disciplina di semplificazione) e, soprattutto, dello smart working inteso come filosofia manageriale, è evidente che sia per il lavoro agile, in senso giuridico, sia per lo smart working, in termini organizzativi e gestionali, si configurino un prima e un dopo l’esperienza emergenziale.