Il saggio esamina principi ispiratori e punti di sintesi della disciplina positiva – in materia di atto d’appello nel rito ordinario – nel prisma della giurisprudenza, in funzione nomofilattica.
In coerenza con i principi ispiratori – la configurazione del giudizio d’appello come revisio prioris istantiae e la sua collocazione nel sistema delle impugnazioni si coniugano, in tale prospettiva, con il principio devolutivo (tantum devolutum quantum appellatum) e con il principio sostitutivo (della sentenza d’appello, appunto, alla sentenza di primo grado) – la giurisprudenza propone una interpretazione uniforme, nonostante modifiche testuali sopravvenute, della disciplina positiva – realizzando una sorta di nomofilachia in prospettiva diacronica – in materia sia di contenuto minimo dell’atto d’appello e di sanzione per la violazione relativa – identificati nella specificità dei motivi e, rispettivamente, nella inammissibilità dell'appello – che di riproposizione in appello di domande ed eccezioni non accolte dalla sentenza di primo grado, dandone una definizione – in negativo, rispetto alla impugnazione – parimenti uniforme.
Né l’atto d’appello può, comunque, prescindere – oltre che dai principi devolutivo e sostitutivo – anche dal divieto di nova nello stesso giudizio d’appello.
Occupa le notazioni conclusive, poi, il rifiuto esplicito di qualsiasi eccesso di formalismo, da parte della stessa giurisprudenza, sottolineandone la conformazione alle suggestioni di Corti sovrannazionali.
21/12/2018
Michele De Luca, Atto d’appello nel rito ordinario: principi ispiratori e punti di sintesi della disciplina positiva, nel prisma della giurisprudenza in funzione nomofilattica
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